La stanza di Tita Carloni
Aveva 81 anni. Era nato il 26 giugno 2031 a Rovio.
Rievocazione di Tita Carloni, letta al suo funerale da Pietro Martinelli (27.11.2012)
Riascoltate la commemorazione di Tita Carloni a Laser, Rete2 (26.11.2012), di Roberto Antonini, con Marco Krähenbühl, Paolo Fumagalli, Pompeo Macaluso e Giovanni Orelli.
Sentite la canzone scelta da Tita
L'arch. Pietro Boschetti ricorda il suo maestro. Leggi
Il numero 6/2014 della rivista di architettura, ingegneria e urbanistica "archi" ricorda estesamente l'architetto e l'uomo Tita Carloni.
Con piacere vi proponiamo la lettura di tre articoli:
Pietro Martinelli, “Tita Carloni architetto e uomo politico” versione estesa dell’articolo pubblicato su “archi”;
Angela Riverso Ortelli, “Lo studio di Tita Carloni a Rovio”;
Paolo Fumagalli, “La Casa del Popolo e il Ticino degli anni Settanta”.
Guardate la trasmissione trasmessa mercoledì 28 novembre 2012 alle 21.05 (TSI La2) OCCHI SUL TERRITORIO, che ha raccolto l'ultima testimonianza di Tita Carloni sullo sviluppo territoriale recente.
Visitate l'archivio dei suoi interventi televisivi e radiofonici, quando sarà ricostituito, speriamo presto.
RT_Tita_Carloni_Werner_Carobbio.pdf Ricordo di Werner Carobbio |
CorrieredelTicinoTitaCarloni_Botta1.pdf Ricordo di Mario Botta |
TITA_CARLONI_di_Mario_Botta.pdf Ricordo nel primo anniversario della morte |
La rassegna stampa continua qui, con molti altri contributi.
È stata pubblicata da Casagrande la raccolta di scritti di Tita Carloni intitolata Pathopolis - Riflessoni di un architetto sulla città e il territorio.
Leggetene l'introduzione e acquistate subito il libro. (24.-Fr.)
Recensione di Fabio Giacomazzi sul GdP
Leggete il bell'articolo di Fabio Giacomazzi, architetto- pianificatore, apparso sull'inserto CULTURA del Giornale del Popolo di sabato 29 ottobre 2011.
Recensione di Nicoletta Locarnini sul Nostro Paese
Leggete l'affettuosa recensione di Nicoletta Locarnini su il NOSTRO PAESE N313 (2012)
L'Archivio storico ticinese nel suo numero 149 (giugno 2011) gli dedica una bellissima e intensa intervista dove Tita, in una trentina di pagine, racconta estesamente di se stesso, dall'infanzia a Rovio, agli studi al Politecnico di Zurigo, alle sue prime costruzioni, gli stimoli intellettuali e le frequentazioni di amici e colleghi, l'incarico per l'Expo 64 di Losanna, l'incontro, l'amicizia e la collaborazione con Virgilio Gilardoni, il periodo del Berufsverbot, l'insegnamento e la direzione della scuola di architettura di Ginevra, per concludere con significative riflessioni sul dibattito critico architettonico e sull'essere architetti oggi in Ticino.
Correte a leggere l'intervista! (estratto qui)
Auprès de mon arbre je vivais heureux
Testo di Tita Carloni per presentare i lavori dell'arch. Pietro Boschetti (luglio 2011)
Agire negli interstizi. Estratto da archi n.2 - 2002, L'Arbostora tra storia e città diffusa.
Rendersi conto del valore e del carattere specifico dell'interstizio a disposizione, per poter operare con gli strumenti del raziocinio oltre che con quelli, oggi molto deboli, dell'ispirazione artistica e delle ideologie architettoniche.
Tita Carloni, nato a Rovio il 24 giugno 1931, ha dunque festeggiato l'ottantesimo compleanno.
Noi, CITTADINI PER IL TERRITORIO, che molto abbiamo ricevuto dalla sua generosa partecipazione, in questa occasione lo felicitiamo calorosamente con affetto e con grande ammirazione.
Scelta di articoli di Tita Carloni prevalentemente pubblicati su "CONFRONTI", mensile progressista della Svizzera italiana
Tornare in città (da Confronti, luglio 2010)
In occasione dei festeggiamenti per la messa a tetto del vecchio Palace a Lugano (parte privata) uno dei protagonisti dell’operazione avrebbe detto pubblicamente: "Abbiamo fatto appartamenti grandi così la gente potrà tornare finalmente ad abitare in città". Applausi. Ma, come sempre, vale la pena di fare qualche piccola verifica che va ben oltre il caso del Palace
Del bello in architettura (da Confronti, agosto 2010)
Leggendo il mio articolo ‘Tornare in città’ su ‘Confronti’ dello scorso mese di luglio qualcuno potrebbe aver pensato che io riduca il problema della città e delle sue trasformazioni a una pura questione economica e potrebbe osservare: ma dove mettiamo il problema del bello?